Il Comune di Zevio

Le origini di Zevio si possono far risalire almeno dal V secolo, quando esisteva già un fortilizio a difesa di un guado sul fiume Adige.
Dopo lo stanziamento dei Gepidi nella seconda metà del VI secolo, Zevio accrebbe la sua importanza nella struttura socio-economica della media pianura veronese.
Il più antico documento in cui appare il nome di Zevio (Gebitus) è il testamento di Engelberto da Erbé (846), il quale possedeva una masseria nella campagna di Zevio.

Il Castello

A guardarlo adesso sembra più una villa e in effetti nel castello di Zevio la famiglia Sagramoso ha ricavato nel ‘600 una dimora. Ma prima era stata una fortezza, di origine incerta e antica, probabilmente già presente nel territorio ai tempi di Re Teodorico, magari non proprio con le fattezze di un castello. Successivamente diviene una roccaforte longobarda contro le invasioni barbariche provenienti da ovest.

Il primo documento che accerta la presenza del castello è del 920 e due secoli dopo la costruzione ha rischiato di essere distrutta durante una sommossa. Passa poi di mano agli scaligeri, ai Visconti e infine a Venezia. L’incuria durante la dominazione veneziana portò alla rovina parziale del manufatto che dopo il ‘500 fu progressivamente spogliato della sua funzione militare.

Si arriva così al XVII secolo e quindi ai Sagramoso che trasformarono il castello in una villa dove la nobile famiglia soggiornava. Non era la loro residenza, ma veniva utilizzata come dimora per lo svago oppure per organizzare eventi importanti. Divenne un’abitazione vera e propria nel ‘700, su disegno di Adriano Cristofoli.

Dal 1868 il castello di Zevio diventa proprietà comunale, cambiando nel tempo la sua funzione. Passò da essere sede di un asilo a caserma dei carabinieri e poi ancora sede scolastica. Adesso, dopo il restauro di fine anni ’80 è sede del Comune, vicino a un bellissimo parco e ancora circondato dal fossato.

Chiesa parrocchiale
di San Pietro Apostolo

L’edificio, giunto sino ai nostri giorni contiene pregevoli tele di Felice Brusasorzi e della sua scuola (Ottino e Creara); ci sono statue lignee dorate del Seicento, una pregiata serie di candelabri e una ottocentesca Via Crucis con cornici di valore artistico. L’opera d’arte più antica e importante è la croce di metallo prezioso e cesellato datata XIV-XV secolo. Il campanile porta inciso l’anno 1488. Accanto alla parrocchiale sorge l’oratorio delle Sessanta Vergini, convertito nella parte inferiore in teatrino, in quella superiore in magazzino.

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